15/09/11


Era l’estate del 2001, lo ricordo bene perché tu avevi comprato il cd appena uscito dei Travis e la notte lo ascoltavamo insieme per addormentarci, una cuffietta per uno, col mio lettore cd. Non che dormissimo fianco a fianco, ma nella mia stanzetta stretta e lunga i due lettini erano messi testa a testa e io ti davo spesso fastidio allungandomi nel letto con le braccia. Non ricordo perché sei stato da me così tanti giorni, quell’estate, ma so che questa permanenza ha gettato le basi per il casino, il grande casino del 2003. Avevamo 14 anni, giovani e un po’ bruttini, ma ancora tanto tanto uniti. E adesso mi manchi, fratellino mio. Mi manca quella complicità fatta del quotidiano, mi mancano le telefonate interminabili, le confessioni, le esperienze e so che questo non potremo recuperarlo mai più. Mi impegnerò per riuscire a recuperare un minimo di rapporto, quello è ovvio, ma devi sapere che nessuno è riuscito mai a prendere il tuo posto e a volte penso che, in fondo, dovesse andare proprio così, anche se buona parte della colpa l’hai avuta tu, nel metterti nel mezzo ad una situazione in cui non c’entravi. Penso che sia dal 2003 che i nostri rapporti hanno iniziato a sgretolarsi perché tu non approvavi ciò che stavo facendo, ma non solo hai cercato in tutti i modi di cambiare il corso delle cose anziché startene a guardare, non mi sei stato vicino e anzi, mi hai dato contro. Ah…per quanto tempo sono stata arrabbiata con te! Ma adesso è tutto così lontano e indefinito e a pensarci bene anche stupido. Non avrei dovuto negarti la mia presenza e solo ora mi accorgo che tutto quello che non ti ho dato in questi anni è andato perso e non l’ha preso nessun altro. Pensieri, riflessioni, canzoni, tutto ciò che ho pensato riferito a te non è mai stato donato a nessun altro.. e immagino che questo non potrebbe renderti che felice.

Baby, you've been going so crazy
Lately, nothing seems to be going right
Solo, why do you have to get so low
You're so...
You've been waiting in the sun too long

Per chiudere, adesso non so se vorrei proprio te al mio fianco, o un qualcuno che sia come sei stato tu per me tanti anni fa. Ora che avrei bisogno spalle forti, che tu avevi da quando eri bambino, ora che avrei bisogno di vedere la mia vita da una prospettiva esterna, ora che avrei bisogno di un percorso stabilito con disinteresse da qualcun altro, qualcuno come te.



12/04/11


Per quando wish you were here suonava disarmonico tra le tue dita nervose, e io non vedevo al di là del mio naso che cosa voleva dire, cosa intendevi. E ora non c’è più nulla che mi faccia vibrare così, le mie passioni sono sotto la cenere, pronte a riprendersi al minimo soffio.

Ho perso tanto per trovare di più, ma mi manca ciò che avevo.

Ti dicevo qualche giorno fa che ho ritrovato la voglia di correre, ma tu proprio non vuoi sentire, non vuoi seguirmi, tendi l’elastico fino all’inverosimile e mi rilanci indietro prepotentemente e non so se faccia più male la collisione o tutta le tensione accumulata in precedenza. Comprerò delle scarpe chiodate per aumentare l’attrito e trascinarti, ma almeno tu metti un paio di pattini!

27/02/11


ABULIA
ἀϐουλία (aboulia), termine composto dal prefisso privativo ἀ- (a-) e da βουλή che significa volontà

Disturbo psichico caratterizzato da inerzia della volontà nel prendere una decisione o nel mettere in atto una determinata azione, pur avendo il soggetto la consapevolezza della necessità di compierla.




Can you show me where it hurts

There is no pain, you are receding

I have become
Comfortably numb.

09/02/11


Come due stupide rotaie che non si incontrano (apparentemente)mai, se non nel punto di fuga. Ovviamente di pende dall’osservatore; perché se egli fosse parallelo alle rotaie, abbassandosi, le vedrebbe sovrapporsi, e ne vedrebbe scomparire una dietro l’altra.







E ancora la forma quadrata non si è limata abbastanza per entrare nel foro tondo, una calma apparente tutta intorno, un clima ovattato e fuori il casino più totale, un carnevale di colori. Questo è un equilibrio indiscutibilmente fragile e temporaneo.

La rivoluzione! Il fuoco! 451 gradi! E tutto diviene cenere da cui si dice possa nascere la fenice (e magari è pure buona da mangiare, chissà)

“Mi hai fatto a pezzi per non affrontarmi tutta intera”

Tutto questo preludio per dire che sono stanca: di lottare, di arrabbiarmi, di provare sensazioni negative, di pensare che nonostante i miei sforzi potrebbe andare tutto a puttane. Sono stanca della quotidianità, di questa città; sono stanca persino per cambiare, scivolo lungo la china, che è anche la strada più facile da seguire.

Dov’è finito lo slancio..?

Adesso tocca a te, ritrovalo tu.

31/12/10



Come infilare il cubo nel buco tondo.
Per quanto si limino gli angoli resta pur sempre un cubo.

Breve, ennesima, noiosa e banale riflessione sull'impossibilità della perfetta concisione dei perimetri.

L'unica pelle che calzi bene è la propria, ecco perché si dovrebbe star bene con se stessi prima di aprirsi verso l'altro.
Certo è che poi qualcuno si accanisce comunque nel voler far entrare la crocetta nel buco triangolare, per mesi e anni, prima di capire che si può essere buoni vicini e si può avere comunque un fertile scambio di opinioni, musica, film senza che ci sia scambio di fluidi. Ecco che quello che sembrava un bellissimo spreco di tempo di anni fa diventa un principio di costruzione. Tu sei in grado di farmi riprendere il contatto con una realtà che ho volutamente lasciato dietro di me, abbandonata al ciglio della mia vita.

Questo è un tema che ricorre spesso, ultimamente, come quello di voler per forza tagliar carote col tostapane. Ognuno ha uno scopo, e le carote s'affettano col coltello. Ma in me s'insinua un dubbio.. e se fossi uno di quegli oggetti di design, tanto belli quanto inutili. Forse nella tua vita non ho uno scopo, nè una qualche utilità.. ma allora perché ti accanisci a stare con me? Questi oggetti hanno forse uno scopo nella mente del loro creatore, poi il fruitore ci fa qual che vuole.. ma non saranno mai in grado di tagliar carote a tuo piacimento.


03/10/10


“Guardati, sembri già una donna in carriera”

E io che invidio voi, con una triennale in mano, che continuate a fare gli eterni adolescenti. Mentre io proiettata in avanti, ARRANCO, spesso. E mi carico di responsabilità, mi caricano di lavoro, avrò un futuro, probabilmente la tv al plasma, una casa, figli, marito e cane.

A volte mi sento superiore, a volte ho paura di aver sbagliato strada; mi faccio domande e mi do anche risposte, sbagliate o giuste che siano. Mi dirigo verso ciò che voglio essere, plasmo me stessa su stampini che mi hanno forniti e non cambio comunque.

Perché è così che si deve fare "Tutto cambia affinché nulla cambi", adattarsi per ottenere quanto più possibile dalle situazioni, ma mai rinnegare ciò che si è.

Non lascio che le giornate scivolino via dalle mie mani, che si somiglino l’una all’altra, immutabili. Solo un passo in più verso la consapevolezza.

E godere di ogni istante, SEMPRE.