17/09/08

Impressioni di settembre



Forse stamani l’acqua del porto è più verde e già sa di settembre o forse la malinconia che sento è più forte. Forse il triangolo di mare che vedo davanti si è fatto improvvisamente più piccolo o sarà che è tutto ovattato come quando scende la neve in città e tutti si fermano un attimo levando gli occhi al cielo.

Sarà che l’aria delle 6 di mattina entra nei polmoni e sale nella testa e che nemmeno un caffè doppio riesce a far andare via la pelle d’oca.

Sarà che le cicale non cantano più da un pezzo e che sulla spiaggia hanno smesso di trasmettere i tormentoni estivi.

Sarà che la sabbia sotto i miei piedi non affonda più di tanto per l’umidità dell’aria e il profumo dei cornetti appena sfornati mi arriva come se provenisse da un altro mondo.

Le meduse iniziano ad arenarsi sulla spiaggia; una bicicletta viene abbandonata da un anziano che passeggia, adesso, col suo cane da caccia.

Io mi estraneo da questo e sono spettatrice. Scatto un paio di foto, mi alzo e vado a fare colazione, la seconda.

Settembre è un mese di transizione, ma io lo adoro. Così come amo maggio, anche se in modo nettamente diverso. Maggio è l’attesa, mentre Settembre si trascina dondolando verso la stagione fredda.

Prendo la macchina e vado verso la campagna, verso l’argine. Non c’è molta gente in giro, ma d'altronde è lunedì. Passeggio un po’ e mi faccio dare un passaggio da un tipo in motorino verso il laghetto. Anche qui c’è un’atmosfera sospesa, quasi struggente. Ci sono ragazzi con la Mountain Bike che cercano di attirare la mia attenzione facendo evoluzioni. Penso che se uno di loro cadesse sarebbe una bella figuraccia. Scatto qualche foto per farli contenti, non trovo nulla di male nel dare importanza a qualche gesto di puro egocentrismo.

Loro si avvicinano e rivediamo insieme gli scatti. Belli. Mi lasciano la mail perché possa mandargli le immagini.

Ora di pranzo. Rosticceria. Pollo e patatine fritte, poi caffè. Incontro un amico che non vedevo da tempo, si ferma a parlare con me, di quando uscivamo insieme e di quanto gli sono stata utile, di quanto ero brava a consigliarlo e indispensabile. Spiacente, gli dico, non sono più quella lì.

E lui si mette a ridere di gusto e mi abbraccia. E’ un abbraccio caldo e fraterno, mi sento bene con la testa appoggiata proprio dove sento battere il cuore.

Hai da fare?

No..

Allora vieni con me, dài, dice lui.

Prendiamo la macchina, la mia, lui mi dice “non guardare”, ma io sbircio e vedo che mi sta portando un po’ fuori città, va a chiamare un paio di amici e ci troviamo tutti in un posto vagamente selvaggio, con scheletri di capanne e tronchi portati a riva dalla marea.

Penso che non ho un costume con me.

Presi dall’euforia facciamo il bagno così come viene; Cavolo! Non abbiamo nemmeno gli asciugamani!

Dimentico di scattare foto. E’ un momento che vivo.

L’acqua è gelida, usciamo di corsa, cerchiamo di scaldarci col movimento.

Il mio amico arriva, mi fa un paio delle sue mosse da karatekid e mi atterra sulla sabbia. Rimango lì fingendo sofferenza, lui si abbassa e lo atterro. Bene, adesso siamo pari!

Gli altri ci guardano sorridenti, ci pensano una coppia, lo si legge nei loro occhi.

E intorno, Nessuno.

Si è fatto tardi, torniamo verso casa. Lascio gli altri e faccio ritorno alla mia casa, al mio terrazzo sul porto. Nuvole veloci si rincorrono, un vento sottile mi attraversa lo spazio tra la nuca e l’orecchio e rabbrividisco.

Si sta facendo buio.

Vibra il telefono, rispondo: Ma dove sei..??

…Certe cose non cambiano mai.


Viaggio

Piero Pelù

Viaggiare insieme e' come un tango
come strade che si incrociano
un po' d'asfalto
un po' di fango per due vite che si sfiorano..... Cercano

viaggio verso qualche cosa che e' gia' dentro di noi
dentro gli sguardi e dentro le parole
siamo passeggeri e nn so ancora dove

parlare insieme e' come un viaggio
e' come suono della nostra liberta'
da qualche parte in cima all'everest
un passo dopo l'altro in avanti

viaggio verso qualche cosa che e' gia' dentro di noi
dentro gli sguardi e dentro le parole
siamo passeggeri e nn so ancora dove

stiamo un viaggio
in un mondo selvaggio
che ci assomiglia un po'

viviamo senza risposte in altre direzioni e siamo sulla strada
e aspettiamo qua fuori
ha mai trovato quello che volevi?
Sei mai partita per dove sognavi?
Hai mai guardato dove nascono i venti?
Dentro gli sguardi e dentro le parole
siamo passeggeri verso il nostro stupore...


11/09/08

M

Martina: dal latino Martinus, dedicato al dio Marte.
Segni particolari:
Kamikaze Sentimentale.