La tecnologia mi impaurisce un po’. Nel senso che, come ho sempre sostenuto e sempre sosterrò, E’ LA MORTE DEI RAPPORTI INTERPERSONALI.
Devo ammettere che il mio accanimento contro e-mail, chat, forum e quant’altro si è notevolmente affievolito nel tempo, ma continuo a non capire o a non voler capire (come preferite) il bello di scriversi e raccontare le proprie faccende a una persona che non si è mai vista dal vivo.
Non è che io non abbia la mia vita sul web, anzi. Scrivo un blog, ho un myspace attivo, una lista di libri su Anobii e scrivo abbastanza frequentemente su un forum.
Ma non è totalizzante, e soprattutto, conto più amici reali che virtuali.
Non riesco a convincermi di avere un rapporto di amicizia con persone che non conosco personalmente, per me il lato visivo/olfattivo/sensoriale di un incontro giocano un ruolo chiave e valgono più di mille discorsi che possono essere fatti al telefono o scritti su messenger.
Che poi il messenger, per l’uso che ne faccio io è come una segreteria telefonica dato che non sono mai davanti al pc, nemmeno quando è connesso (ed spesso è connesso 24h al giorno per scaricare film).
E poi, sarò stupida, ma non riesco a capire il tono delle frasi scritte, e non mi piace usare smiley predefiniti.
Le mie esperienze di “amicizia” nate ondine si sono concluse, anzi sono proseguite, solo dopo un incontro. Dite voi che tante volte si parla con persone che abitano silometri e silometri lontano da noi.. dico io che i kilometri si macinano bene se c’è un obbiettivo..
Mi piace che sia così, mi piace rischiare di andare incontro a delusioni se l’incontro non si rivela all’altezza della situazione. Perché la vita è così.
Invece vedo molti che continuano a parlare e parlare senza in realtàvolersi mai esporre e mettere in gioco ciò che sono veramente, nella vita di tutti i giorni, con il loro aspetto fisico, i pregi ed i difetti.
E poi mi fanno ridere le storie d’amore che nascono in chat. Ma come si fa ad innamorarsi di alcune parole scritte (per quanto belle)..? E’ come innamorarsi di un libro e non dell’autore che vi sta dietro, è come dire che un cioccolatino è buono solo vedendo la carta, senza nemmeno sentirne il profumo. Eppure ce ne sono tanti che si mettono assieme dopo mesi di chiacchierate ondine.. allora mi chiedo, sono io che sono rimasta indietro o sono gli altri che sono diventati un più superficiali?
Con questo non intendo certo demonizzare la tecnologia, anzi. Da brava imbranata la trovo affascinante e moderatamente incomprensibile. Mi piace sperimentarne le potenzialità e mi piace avere a portata di mano informazioni che prima avrebbero richiesto mesi di ricerche, ma credo che in alcun modo possa sostituire il mondo in cui si vive, né tantomeno riprodurre situazioni reali. (piccola critica a Second Life..?forse..)
Non so se avrò figli un giorno (oddio.. coi tempi che corrono mi dovrò premunire di anticoncezionali per i rapporti sul web.. si sa mai, invece di mandarmi spam mi manderanno sperm? =D ), ma ho paura del fatto che loro potrebbero non comprendere a pieno la differenza tra vita reale e vita virtuale, perché nasceranno nel pieno dell’era tecnologica.
Temo che potrebbero giudicare più importante giocare al Wii piuttosto che uscire fuori a godersi il sole, temo che potrebbero chiudersi in casa a chattare con sconosciuti piuttosto che distruggermi casa giocando coi loro amici in carne e ossa, temo che preferiscano vedere immagini su uno schermi piuttosto che sentire il sale sulla pelle dopo un bagno nel mare.
Catastrofista..?
Forse. Ma di solito Martina ha l’occhio lungo per certe cose..
Marzo 3039 - DanieleSilvestri
Marzo 3039 come sempre a Londra piove
ma con calma e precisione
ho lasciato il sottosuolo per riflettere da solo
sull'attuale situazione
Dalla guerra del '21 non ho visto più nessuno
della mia generazione
siamo tutti chiusi in casa spaventati da ogni cosa,
da un'idea, da un'emozione
Chissà com'era quando il sole si poteva guardare
e sentirlo sulla pelle fino a farsi bruciare
Però oggi partono i missili,
li guarderò e saranno bellissimi.
Marzo 3000 e qualchecosa, è una notte luminosa
c'è la luna artificiale
sugli schermi informativi, su quei pochi ancora attivi
sembra sia tutto normale
Chissà com'era quando l'aria si poteva respirare
e sentirla nei polmoni fino a farli scoppiare
ogni notte sogno sempre di nuotare
e sento il fuoco sulle labbra che ti lascia il sale
E poi
Correre nel traffico, mettersi il soprabito
respirare microbi, perdersi nei vicoli
inciampare negli ostacoli, affidarsi a degli oroscopi
arrabbiarsi con le nuvole, evitare le pozzanghere
Sì ma...
Però... (correre nel traffico...)
oggi partono i missili (mettersi il soprabito)
li guarderò e saranno bellissimi (respirare microbi, perdersi nei vicoli)
Così... (inciampare negli ostacoli)
oggi partono i missili (affidarsi a degli oroscopi)
li aspetterò e saranno tantissimi (arrabbiarsi con le nuvole, evitare le pozzanghere)
Perché... oggi partono i missili
Altri Mondi – Modena City Ramblers
Quanto dolore, quante tensioni
Nascoste tra noi nei nostri pensieri
Troppi nemici, troppi veleni
Nascono tra noi, nei nostri desideri
Molto lontani dalla realtà
Troppo lontani dalle verità
Noncuranti dei bisogni
Delle nostre paure
Paura di volare, paura di morire
La paura di non sapere più da che parte stare
Non riuscire più a distinguere cos'è il bene ed il male
Another world is possible
Un otro mundo es posible
Un altro mondo è possibile
Un autre monde est possible
Di nascosto nei palazzi delle nostre città
Si sezionano le sorti dell'umanità
Noncuranti dei bisogni, dei nostri desideri
Delle nostre paure, paura di morire
Segnali ribelli, voci pirata
Nel nostro medioevo frequenze illegali
Corrono veloci le comunicazioni
Rimbalzando tra i satelliti ultraplanetari
Arrivano, colpiscono, confondono e cancellano
Riscrivono di colpo tutto ciò che è stato
Ma non è troppo tardi ancora, non è tardi per cambiare
Per sognare altri mondi non è mai troppo tardi
Another world is possible...!
Di nascosto nei palazzi delle nostre città
Si sezionano le sorti dell'umanità
Noncuranti dei bisogni, dei nostri desideri
Delle nostre paure, paura di morire
Cambiare!
3 commenti:
In realtà la tecnologia ha come fine ultimo la risoluzione di un intimo ed oramai radicato terrore umano: quello di sentirsi soli ed abbandonati. E forse, lo squillo, la mail, lo smile, il post ricevuti son un modo fittizio per alleviare uno stato di sentito abbandono...
Che sia poi realmente utile? Forse è più un coadiuvante alla nostra immaginazione...
Absinthe
Un po' la tecnologia è alienante, ma è anche una fonte di risorse e informazioni, prima per togliermi dei dubbi passavo ore a spulciare l'enciclopedia, ora al volo faccio le ricerche e mi tolgo 3000 dubbi saltando di palo in frasca.
Quindi io preferisco coglierne il senso positivo coniugandolo alla voglia di vivere insieme alle persone riuscendo anche a sbirciare che facce fanno mentre non sanno di essere viste:)
Chi usa uno schermo per proporsi al meglio o al peggio è solo un disadattato: io sono felice di incontrare persone nuove che fisicamente magari non avrei raggiunto mai però poi alla prima occasione voglio incontrarle per confermare le mie sensazioni positive.
C'è anche da dire che sono una persona molto schietta e non ho mai sentito che qualcuno mi accusasse di recitare un ruolo in chat, riesco a scrivere come parlo ed a volte dà anche fastidio a chi s'aspetta che gli si dica sempre di sì:P
ciao
Quello che probabilmente ti sfugge è che la causa dell'alienazione che di cui tanto hai paura non è la tecnologia o la chat, o quant'altro. Sono le persone. Al giorno d'oggi siamo tantissimi e sembra incredibile siamo sempre più soli. La verità è che i rapporti interpersonali sono quasi sempre scaturiti da convenienze, da desideri di tipo futile. Non c'è un vero interesse per le altre persone, non ci sono momenti di pausa, nè di riflessione. Menti vuote. Non riuscirei a preoccuparmi con serietà delle cazzate di cui si preoccupa la stramaggioranza delle persone neanche se volessi prendermi per il culo.
Quella che le persone cercano è un identità vera, una vita vera. La qualità della vita è bassa, bassissima, perchè è una vita finta, dove non c'è quasi mai niente di importante da dire. E che cazzo.
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